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Gianna Caroli – Voce alle donne

  • Immagine del redattore: Memorie Cistranesi
    Memorie Cistranesi
  • 21 apr 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 26 nov 2018

Gianna Caroli è nata a Cisternino nel 1947. Ha insegnato in Licei e Scuole Elementari e si è occupata, grazie alle spiccate doti oratorie, della difesa delle donne contro il caporalato degli anni ’70.


Lei stessa ci ha rivelato di essere venuta a conoscenza di tale lotta proprio dopo essersi “messa in politica” con il ruolo di consigliera comunale.

Gianna ha iniziato la sua lotta per denunciare soprusi, abusi e violenze sessuali subite da donne, talvolta anche minorenni, da parte dei loro caporali. Questi promuovevano dei corsi di cucito nelle proprie case e, dopo qualche tempo, iniziarono a proporre alle giovani ragazze e alle loro madri di lavorare con loro allo scopo di guadagnare qualche soldo per il corredo. Le donne venivano accompagnate nelle campagne del Metapontino e del sud Barese con mezzi di trasporto inadatti al numero di persone che trasportavano. Un furgoncino carico di 30 persone, trasformatosi in un pullman con cui il caporale riusciva a trasportare 100 braccianti, portava donne e ragazzine verso un lavoro malpagato e sfruttato.

Per ben 12 ore di lavoro le braccianti agricole guadagnavano dalle 2.000 alle 2.300 lire, mentre il guadagno dei Caporali andava dalle 3.000 alle 4.000 lire oltre alla quota di trasporto, percepita direttamente dalle aziende.

Gianna si è avvicinata a questo mondo grazie a suo padre che, nonostante le condizioni di salute, continuava a occuparsi di battaglie sindacali. L'uomo, infatti, chiedeva a sua figlia di accompagnarlo alle assemblee di contrada e lei, quasi senza accorgersene, si era ritrovata emotivamente e moralmente coinvolta nelle lotte contro il caporalato.


Nonostante queste battaglie fossero a favore dei diritti e delle donne stesse, spesso Gianna fu ostacolata da quest’ultime e persino dall'intera comunità cistranese, che la accusava di non mettere in luce le tante bellezze del paesino ma solo i problemi di quest'ultimo. Lei, infatti, aveva ormai raggiunto un notevole successo sui quotidiani locali e persino in famosi programmi televisivi, e ciò la portò a doversi imbattere anche in molteplici pericoli.


“Un giorno, al termine di un incontro nella Sala Consigliare, trovai la mia famosa Fiat 600 celeste completamente imbrattata di olio. Solo in seguito, però, ho capito che era un avvertimento mafioso: cercavano di dirmi di smetterla con le mie battaglie!”

Sono le parole da lei dette nella nostra intervista. Naturalmente, però, aveva anche guadagnato fama e fiducia da parte delle ragazze tirate fuori dalla piaga del caporalato. Le donne che partecipavano alle sua battaglie erano ormai moltissime, così tante che le parti convocate per una firma in favore dello straordinario, dovettero incontrarsi in un cinema anziché in un tribunale: erano circa un migliaio.

Per Gianna il sindacato era un enorme impegno, tanto che riuscì ad ottenere un esonero temporaneo dall'insegnamento per poter continuare la sua ormai grandissima battaglia.



Gianna, infatti, ci rivela:

Ogni mattina alle 4:30 accompagnavo le ragazze nelle campagne per proteggerle da possibili pericoli e per le 8 tornavo a scuola per cominciare la mia giornata. Era davvero molto stancante, tanto che un giorno ho accostato con la mia auto e mi sono addormentata. La sospensione dall'insegnamento è stato davvero molto utile e fummo solo 3 in tutt' Italia ad ottenerlo.

Nonostante tutti gli sforzi e le rinunce che ha dovuto affrontare, Gianna è orgogliosa di non essersi mai pentita di tutto ciò che ha fatto anche se, un po’a malincuore dice:

Ancora ai nostri giorni non si può definire scomparso il capolarato. Lo sfruttamento è un fenomeno sempre in agguato, basti pensare al vergognoso traffico nelle campagne del Foggiano e del Napoletano, ai danni degli immigrati clandestini. L’importante è saper vigilare e denunciare


Termina così la nostra intervista con Gianna Caroli, condotta nella sede dell’Università Popolare, affiliata AUSER, che lei stessa ha fondato per aiutare e dare un luogo di ritrovo alle persone anziane, con un unico scopo, come quello di tutte le sue battaglie: quello della solidarietà.



 
 
 

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